
TAR Puglia: stop ai divieti tardivi sulle autorizzazioni amministrative
Una nuova sentenza del TAR Puglia chiarisce i limiti temporali e i criteri del potere prefettizio nelle autorizzazioni amministrative. Ecco cosa cambia per imprese e professionisti.
Il contesto: una vicenda che fa giurisprudenza
Il Tribunale Amministrativo Regionale per la Puglia ha recentemente emesso una sentenza destinata a fare scuola in materia di autorizzazioni amministrative e limiti del potere prefettizio.
La vicenda prende avvio da un caso specifico: un imprenditore, titolare di un'attività di noleggio veicoli senza conducente, si è visto opporre un provvedimento di divieto da parte della Prefettura di Bari, a distanza di ben sette mesi dall’avvio dell’attività.
Le motivazioni del divieto prefettizio
Secondo l’Amministrazione, il divieto si fondava su due elementi:
Contatti dell’imprenditore con soggetti gravati da precedenti penali.
Un decreto penale di condanna del dicembre 2021 per violazioni in materia di stupefacenti.
Il nodo giuridico: il fattore temporale
Il TAR, esaminando il ricorso, ha focalizzato l’attenzione su un punto centrale: i termini entro cui la Prefettura può intervenire.
Secondo l’art. 3 del DPR 480/2001, l’autorità ha 60 giorni dalla comunicazione della SCIA per vietare un’attività per ragioni di pubblica sicurezza.
Decorso tale termine, può agire solo in presenza di esigenze sopravvenute, effettive e documentate.
Nel caso di specie, nessuno degli elementi addotti era sopravvenuto:
Il decreto penale era antecedente all’apertura.
Non vi erano nuovi episodi o prove di pericolo attuale.
I principi ribaditi dal TAR
Il Tribunale ha affermato con chiarezza alcuni principi fondamentali:
🟦 Rilevanza temporale
Il decorso dei termini preclude interventi retroattivi, se non giustificati da elementi nuovi e gravi.
🟦 Valutazione concreta del rischio
Ogni provvedimento inibitorio deve fondarsi su un pericolo attuale e serio, non su meri sospetti o precedenti remoti.
🟦 Valore del reinserimento sociale
Il TAR ha sottolineato il percorso di recupero sociale e lavorativo dell’imprenditore, escludendo il rischio di abuso dell’autorizzazione.
Conclusioni: perché questa sentenza conta
La decisione del TAR non riguarda solo un caso isolato. Essa rappresenta un precedente rilevante per tutti i soggetti che operano in ambiti regolati da autorizzazioni amministrative.
Ribadisce:
Il rispetto dei termini di legge da parte della Pubblica Amministrazione.
L’importanza di valutazioni motivate, attuali e proporzionate.
Il riconoscimento del diritto a un reinserimento dignitoso anche per chi ha avuto problemi giudiziari.
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